
The name Chiatamone comes from the Greek word platamòn, which means a marine rock dug from caves. The tufaceous ridge of Mount Echia, close to Via Chiatamone, is characterized by numerous caves already inhabited in prehistoric times, some characterized by the presence of spring water.
In 1869, with the creation of the new coastal area promoted by the then Mayor of Naples, Domenico Capitelli and the Belgian entrepreneur Baron Herman Du Mesnil, work started on what is now called via Partenope, which runs parallel to via Chiatamone. The numerous springs lying between Santa Lucia and the Chiatamone were buried under the building work but the Chiatamone iron-rich water continued to be used by the people of Santa Lucia, who did business transporting the water in the famous terracotta jugs known as mummare.

With the construction of the Grand Hotel Royal Continental designed by Castagnaro and built in 1911 there were new
attempts to privatize the spring, but a buffer strip from via Chiatamone to today’s via Partenope, owned by the Municipality of Naples, continued to guarantee its public use.
The hoteliers, the new bourgeoisie and the new culture established in the city repeatedly and insistently called for the
closure of the springs and the regulation of the supply and trade of mummare, but the insistence of public opinion and of the Lucian water sellers repeatedly fail these attempts.
After the Second World War, due to the damage suffered by the bombings, the old buildings were demolished and new controversies arose against the privatization of the property with the taking over of the new owners. Only in 1973
with cholera in Naples and the demonization of water as the source of the epidemic, the access to the source was definitively prohibited.
Since then the space has remained silent and hidden underground.

Il nome Chiatamone deriva dal greco platamòn che significa scoglio marino scavato nelle grotte. Il costone tufaceo del Monte Echia, in prossimità di Via Chiatamone, è caratterizzato da numerose grotte già abitate in epoca preistorica, alcune caratterizzate dalla presenza di acqua sorgiva. Nel 1869, con la realizzazione della nuova zona costiera promossa dall'allora sindaco di Napoli, Domenico Capitelli e dall'imprenditore belga barone Herman Du Mesnil, iniziarono i lavori su quella che oggi viene chiamata Via Partenope, che corre parallela a via Chiatamone. Le numerose sorgenti che si trovavano tra Santa Lucia e il Chiatamone furono sepolte sotto i lavori di costruzione ma l'acqua ricca di ferro del Chiatamone continuò ad essere utilizzata dagli abitanti di Santa Lucia, che commerciavano trasportando l'acqua nelle famose brocche di terracotta dette mummare.

Con la costruzione del Grand Hotel Royal Continental progettato da Castagnaro e realizzato nel 1911 vi furono novità tentativi di privatizzare la fonte, ma una fascia cuscinetto da via Chiatamone all’odierna via Partenope, di proprietà del Comune di Napoli, continuava a garantirne la fruizione pubblica. Gli albergatori, la nuova borghesia e la nuova cultura affermatasi in città reclamavano più e più volte con insistenza chiusura delle sorgenti e regolamentazione dell'approvvigionamento e del commercio delle mummare, ma l'insistenza dell'opinione pubblica e dei venditori d'acqua luciani falliscono ripetutamente questi tentativi. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, a causa dei danni subiti dai bombardamenti, i vecchi edifici furono demoliti e sorsero nuove polemiche contro la privatizzazione dell'immobile con il subentro dei nuovi proprietari. Solo nel 1973 con il colera a Napoli e la demonizzazione dell'acqua come fonte dell'epidemia, l'accesso alla fonte fu definitivamente vietato. Da allora lo spazio è rimasto silenzioso e nascosto nel sottosuolo.

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